La vecchiaia: la “seconda giovinezza”.

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La vecchiaia si presenta come una parte della vita ancora tutta da inventare, sia in termini di posizione nella società, sia in termini individuali.
La vecchiaia è quell’età dove si diventa bambini un’altra volta. Oggi le persone anziane ricevono attenzioni mai viste, hanno molte debolezze e i figli e i nipoti dovrebbero avere più cura di loro.
Sentiamo molto spesso parlare di vecchiaia: sui libri, in televisione, prendendo comunque un posto.
E’, come potremmo dire, un’età aperta, le cui caratteristiche e l’evoluzione non sono ancora del tutto chiare e indicabili con precisione alle persone che invecchiano.

L’invecchiamento è un processo inevitabile. Un anziano dopo una vita “attiva”, ha la necessità di riposarsi, di ritirarsi da una vita movimentata o non movimentata che sia.
Si cambia non solo per il modo di pensare, ma anche l’aspetto fisico cambia notevolmente e, appunto, prendendo spunto da alcune riviste, sono nate nuove scienze che si occupano del cambiamento umano, esempio: la Metamorfosi, che è appunto la scienza del cambiamento, oppure la Geragogia, cioè l’arte e la scienza di aiutare gli anziani.
Lo stesso Cicerone in un suo articolo dal titolo “Sulla vecchiaia” parla dei cambiamenti che un anziano subisce andando avanti di età: “ essere salutati, essere cercati, vedersi cedere il passo, vedere gli altri alzarsi, essere accompagnati e riaccompagnati, essere consultati: e questi usi, come presso di noi, così in altre città sono rispettati con tanto maggior cura, quanto migliori costumi esse hanno”.
In una lettera che il filosofo Seneca scrive al suo amico e allievo Lucilio, mette in evidenza la vecchiaia, non tanto come un peso, ma come un’età stanca, ma non affranta, sottolineando la vecchiaia soprattutto nell’aspetto fisico, ma non nell’animo, il cui animo, scrive, “si rallegra di non spartire tanto con il corpo”, sostenendo che questa è la sua età fiorita.
In un articolo di “ Panorama di attualità anziani” l’autore C. Bernozzo, parla del valore che hanno gli anziani che purtroppo non viene sempre valorizzato, affermando che: “ gli anziani conservano una funzione attiva all’interno del nucleo familiare, in particolare ad esempio nella cura dei nipotini, ma quando i bambini crescono e non si ha più bisogno della loro presenza, troppo spesso diventano un peso inutile e gravoso, di cui si desidera solo sbarazzarsi “.
Inoltre si consideri a quelle persone anziane che magari non sono in grado di vivere da soli ed i cui familiari non riescono a prendersi cura di loro collocandoli in ospizi, ma senza capire il “male” che gli causano: anziani che chiedono solo ed esclusivamente un pizzico di affetto, nulla di più.
Stessa cosa si riprende in un articolo di J. Meletti, che parla di un ospizio, precisamente del Centro Sos Beghelli, affacciato sull’autostrada del Sole. Questo articolo, che parla di questa azienda con mille dipendenti in Italia e altri mille in Cina, racconta che nel giorno di Natale alle 11 del mattino, una signora di nome Paola, racconta di suo figlio che assieme alla moglie e ai figli, porta alla madre un pasto e l’arrosto, dopodiché va di nuovo via per il pranzo dalla suocera, lasciando la madre, nel giorno più bello, nel giorno in cui la tavolata è piena di zii, cugini e parenti, sola, piangendo davanti a quei piatti caldi che il figlio le aveva portato.
A lei bastava solamente che qualche parente si facesse vivo, non le interessava dei pasti, del pranzo di Natale, le bastava solamente un po’ d’affetto,
Insomma la vecchiaia è un traguardo molto importante della vita, dove rievochi anche tutte le cose che hai fatto in passato, positive o negative che siano. In conclusione pur restando grave la condizione di molti anziani emarginati, abbandonati, magari anche con gravi problemi di salute, essi rimangono degli esseri umani che continuano ad avere gli stessi diritti di vita di quando erano giovani.
Cairone Fiorella, classe III A

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